Quartiere Ruga

Storia

La Ruga e la Sagra

Nel 1958, alcuni Montalcinesi, ispirandosi alle ottobrate e alle feste cavalleresche “medievali” hanno dato vita alla Sagra del Tordo; era l’ultima domenica di ottobre (data che rimarrà immutata per gli anni a venire), in considerazione del fatto che il passo dei tordi avviene solitamente in questo periodo. Per le vie di Montalcino, fino alla Fortezza sfilava il Corteo Storico, che rappresentava l’antica comunità medievale. Il Corteo venne mano a mano migliorato con l’inserimento progressivo di nuove figure. Nel 1961 la Festa cambia, migliora la configurazione iniziale; Montalcino è diviso in quattro Quartieri, fra questi la Ruga.
La carica di Presidente del Quartiere sarà del Dott. Vincenzo Quercioli e fu proprio nella casa di suo cognato il Prof. Bovini, in Via Cialdini, che avvennero le prime riunioni del Quartiere. Nelle case di tutto il Quartiere si preparavano con fervore insegne, bandiere, costumi. In questo stesso anno viene stabilito che i Quartieri gareggino per un premio al il miglior costume, con valutazioni sui lati estetici e di quelli tecnici. Risulta vincitore della medaglia d’oro il Quartiere Pianello.
Si arriva all’anno 1962, anno in cui viene istituita fra i quartieri una competizione: una gara di tiro con l’arco su bersaglio fisso, la sagoma di un cinghiale. Ne risulta vincitore il Quartiere Borghetto.
Il corteo storico intanto si arricchisce di nuovi figuranti. La Ruga si organizza con il primo consiglio nella sera del 7 agosto 1962, viene eletto alla presidenza il Sig. Alberto Machetti, insieme a lui fanno parte del consiglio il Sig. Cipriano Paccagnini quale Vice Presidente, il Sig. Ricci in qualità di Segretario, la Sig.ra Caterina Turchi in qualità di cassiera e il Sig. Giuseppe Casali nella carica
di Vice Segretario. Ha così inizio la vera e propria attività del nostro Quartiere.
La Ruga dovrà aspettare fino al 1970 per festeggiare e in quell’anno arrivano due Vittorie consecutive, un bel “cappotto”, grazie a Gino Antonio Focacci e Massimo Macinai; Vittorie che nel tempo arriveranno numerose.

Festa e Mercato nel quattrocento-cinquecento…

I nostri concittadini furono ispirate dalle ottobrate, dalle feste cavalleresche e forse, chissà, dai testi dell’Archivio Comunale di Montalcino. Nei documenti dell’Archivio si trovano testimonianze davvero interessanti della Festa che si teneva per la solennità del Corpus Domini, con spettacolari cacciate e “concordi contese”. 

“ Momento di forte coinvolgimento popolare nella festa, oltre alla carriera dei cavalli, era la cacciata. Anche se il Liber Ordinum non vi accenna espressamente, a darci la certezza che si tenesse questo spettacolo, per altro non inconsueto nelle feste del secolo XV, è il capitolo 24 che ordina ai Signori della Festa di commissionare ai falegnami la costruzione di una giraffa in legno e di farla coprire dai calzolari. L’animale esotico, il fantastico camelopardo, che già di per sé colpiva la fantasia popolare, visto in carne e ossa in Toscana solo nel secolo XV, era una macchina zoomorfa. Del suo uso, già nella seconda metà del Quattrocento, abbiamo una precisa testimonianza a Firenze: “un animale di legname, grandissimo dove staranno più uomini dentro a muoverlo et anderà per la piazza sarà coperto di pelle, qui lo chiamiamo noi giraffa, con colo lungo per far paura et far muover quelli animali” 5. La giraffa montalcinese non aveva certo le dimensioni di quella fiorentina ma senz’altro era mobile e di dimensioni tali da colpire alla vista la fantasia popolare. Il luogo della cacciata, o delle cacciate, alle quali soprintendeva il signore o connestabile della caccia, era senz’altro la Piazza dell’Ospedale, la più ampia della città, dove veniva creato uno spazio all’interno del quale erano liberati più animali che, eccitati, diventavano bersagli per le frecce dei cacciatori che a turno si esibivano nel tiro. Gli animali cacciati qui a Montalcino non saranno stati ferae Lybicae o dentae come a Firenze, ma ferae herbaticae, cinghiali, cervi, caprioli, daini, lepri, conigli.

Festa e Mercato nella Montalcino industriosa del quattro-cinquecento                                   (Bruno Bonucci – Editrice DonChisciotte)

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